19.02.2019 | sia online | Comunicazione SIA

Carico neve e pericolo valanghe - Neve! Ma quand’è che il troppo… stroppia?

Gli occupanti di un edificio sono protetti dal rischio di valanghe? Di quali ausili dispongono i proprietari per decidere se sgomberare o no la neve dal tetto? Esistono misure strutturali e di pianificazione territoriale in grado di mantenere, a un livello accettabile, il rischio di danni causati dalla neve.

Gli inverni fortemente innevati sollevano una questione cruciale: come proteggere gli edifici e le persone che vi abitano dai pericoli naturali causati dalla neve? Per evitare il danneggiamento di edifici e la messa a repentaglio di vite umane bisogna, innanzitutto, tenere d’occhio la neve accumulata sui tetti e il pericolo di valanghe.

Protezione contro le valanghe

Le carte che illustrano il pericolo di valanga hanno una lunga tradizione. Oggi, grazie a questo tipo di informazioni, il rischio di perdere la vita all’interno di un edificio travolto da una valanga è piuttosto minimo. La pianificazione del territorio esclude, in linea di principio, che vengano realizzate nuove costruzioni in zone altamente a rischio (le cosiddette «zone rosse»). Nelle «zone blu», invece, si può costruire, purché siano prese adeguate misure, tra cui un’appropriata disposizione per quanto concerne uso dei locali, aperture e vie di accesso, muri esterni rinforzati oppure opere di deviazione, come cunei frenanti o simili, in grado di garantire la sicurezza necessaria. La protezione degli edifici è indispensabile, poiché le opere di premunizione contro le valanghe, i boschi di protezione e le opere di deviazione sono costosi, sia da realizzare che da mantenere. Il servizio locale incaricato di sorvegliare il rischio di valanghe allerta la popolazione in caso di pericolo, in modo che gli abitanti e gli utenti possano allontanarsi per tempo dalla zona a rischio.

Tuttavia, mentre il pericolo valanghe è strettamente legato alla conformazione di un luogo, la neve che cade abbondante finisce indistintamente su tutti i tetti.

Quando il peso della neve sul tetto diventa eccessivo?

La forma del tetto è determinante: dipende da essa se la neve si accumulerà oppure scivolerà via. Se la neve accumulata precipita è importante assicurarsi che, lì dove andrà a cadere, non vi sia pericolo che causi ingenti danni. Con un’inclinazione di 60° la coltre nevosa slitterà via, ma potrà scivolare già con un’inclinazione di 25°, oppure persino con inclinazioni inferiori, a dipendenza della ruvidità che presenta la superficie del tetto. Tettoie e pensiline vanno protette, mentre le persone e le auto subito allontanate dalle zone di pericolo. I proprietari immobiliari hanno la responsabilità di fare in modo che nelle immediate vicinanze della loro proprietà non vi sia neve o ghiaccio che potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza. Se necessario la neve sul tetto può essere fermata da appositi paraneve (norma SIA 232/1 sui tetti a falda). Ad ogni modo, la statica e i singoli elementi edilizi, ad esempio gli impianti solari, devono poter reggere i cumuli di neve.
In caso di nevicate molto abbondanti capita spesso di vedere che i tetti vengano sgomberati. Ma a partire da quali quantità si rende necessaria un’operazione di questo genere?

Se il peso della neve effettivamente accumulatasi sul tetto non supera il peso definito dalla norma SIA 261 e se i calcoli e l’esecuzione dell’opera sono stati effettuati a regola d’arte, non vi è pericolo che un edificio crolli sotto il peso della neve, e ciò a prescindere da quale sia la forma del tetto.

Determinare il carico neve

La principale difficoltà sta nel fatto che, in buona parte dei casi, i proprietari ignorano quale sia il valore attribuito al peso della neve di cui si è effettivamente tenuto conto per la progettazione dell’immobile. Inoltre non sanno neanche quanto grande sia il cumulo di neve accumulatosi sul tetto della loro casa.

Ecco come procedere: il proprietario deve misurare il peso della neve oppure chiedere a qualcuno di farlo. In seguito, il valore misurato va confrontato con quello indicato nella norma SIA 261. A seconda dell’anno di costruzione dell’immobile i valori tollerati cambiano (vedi sotto).

La norma SIA 261:2014 Azioni sulle strutture portanti fornisce indicazioni sul carico di neve che un tetto dovrebbe essere in grado di sopportare. Tale valore è pari a 0.9 kN/m2 per gli edifici che si trovano nella regione dell’Altipiano, ma varia a seconda dell’altitudine e dell’ubicazione dell’opera.

Giocano un ruolo determinante anche la forma del tetto e l’esposizione al vento (zona fortemente esposta: fattore 0,8/zona protetta: fattore 1,2). Un aspetto di cui tenere conto è pure se il tetto è isolato o se la neve si scioglie per effetto del calore.

Facciamo un esempio: a Davos, il carico neve da considerare ai fini della progettazione di un edificio è pari a 6.4 kN/m2 (al suolo), ciò in base alla norma SIA 261. Il 15 gennaio 2019, sempre a Davos, l’altezza massima della neve è di 1,4 metri. Si misura una densità media di 1.8 kN/m3 , ne risulta un carico pari a 2.5 kN/m2. In questo caso preciso, visto il risultato ottenuto, lo sgombero non è necessario.

La densità media si ottiene con una sonda che misura il peso del volume della neve.

Un problema più delicato che si è presentato quest’anno è stato quello della formazione di strati di neve aggettanti, creati da forti raffiche di vento. Per evitare il pericolo che si stacchino e precipitino, tali cumuli di neve vanno subito eliminati.

Evoluzione del carico neve di cui tenere conto per la progettazione

Se consideriamo le norme, risulta che i valori dei carichi neve da considerare in fase di progettazione sono aumentati in modo considerevole con il passare degli anni (fig. 1). La prima norma svizzera che facesse riferimento a tali valori è stata pubblicata nel 1892. Ai tempi si raccomandava, in condizioni abituali, di calcolare un carico di 0.8 kN/m2 . Ciò finché, nel 1935, si decise di ridefinire il carico neve di cui tenere conto, in funzione dell’altitudine in cui era ubicata la costruzione. Con l’aumentato numero di misurazioni del peso della coltre nevosa fu possibile, nel 1989, definire i valori dei carichi neve in riferimento a diverse regioni climatiche. Da allora, non è più stato necessario adeguare la formula di calcolo. Nella norma SIA 160, che risale al 1989, è stato aggiunto un coefficiente, in funzione della forma del tetto. Nelle norme del 2003 e 2004 il calcolo è stato ancor più affinato.
Tale valore è spesso uno dei principali fattori da considerare nella progettazione di un tetto.

Progettare e documentare

I proprietari dovrebbero sapere se la loro costruzione si trova o no in una zona a rischio. Inoltre dovrebbero conoscere anche il concetto di protezione e i valori considerati ai fini della progettazione del proprio edificio. Questa è la principale premessa affinché, chi è proprietario di un edificio, possa valutarne la sicurezza e decidere se adottare misure supplementari.

La descrizione del concetto di protezione e delle misure di emergenza che figurano nel dossier della costruzione sono assai utili a tale scopo.

Impianti solari – protezione contro la neve grazie ad elementi edilizi testati

Non c’è soltanto il tetto a dover reggere il peso della neve, anche i singoli elementi edilizi devono essere adatti. È importante che siano in grado di sopportare il peso della neve non solo singolarmente, anche le componenti su cui sono fissati devono riuscire a fare altrettanto. Nel caso in cui si installino moduli fotovoltaici, va verificata la capacità portante degli elementi edilizi sottostanti. Inoltre sono disponibili collettori solari termici e moduli fotovoltaici capaci di resistere ad elevati carichi di neve, e la cui installazione assicura una produzione energetica sostenibile anche nelle regioni alpine. Inoltre, dato che la neve riflette l’irraggiamento solare, in montagna si ottiene persino un maggior rendimento energetico, purché, evidentemente, i moduli non siano ricoperti di neve. Già in fase di progettazione bisogna dunque pensare al modo in cui sgomberare dal tetto la neve fresca senza arrecare danni.

Cambiamenti climatici e carico della neve

A medie e basse quote, i cambiamenti climatici comportano una diminuzione delle nevicate. Se ciò equivalga effettivamente a un minor carico neve e a una riduzione del pericolo valanghe resta discutibile. Sotto l’effetto del riscaldamento climatico la neve infatti tende a essere più bagnata e dunque più pesante, senza contare il fatto che, di inverni nevosi, possono ancora essercene.

Una prassi collettiva, degna di protezione

Alla fine del 2018, la gestione del rischio valanghe, che contempla l’interazione tra proprietari, committenti e progettisti, ma anche tra imprese edili, assicurazioni e autorità, sia per quanto concerne le misure da adottare in materia di progettazione e costruzione sia per quanto riguarda i provvedimenti da prendere in via temporanea, è stata iscritta dall’UNESCO alla Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

Ulteriori informazioni:

Documenti:

  • Documentazione SIA D 0260 : Entwerfen & Planen mit Naturgefahren im Hochbau / Intégration des dangers naturels dans la conception et la planification de bâtiments
  • Carico della neve sul tetto: norma SIA 261:2014 Azioni sulle strutture portanti
  • Scivolamento della neve dal tetto: norma SIA 232/1:2011 Geneigte Dächer / Toitures inclinées
  • Scivolamento della neve e valanghe sugli edifici: norma SIA 261/1:2003Einwirkungen auf Tragwerke – ergänzende Festlegungen / Actions sur les structures porteuses – Spécifications complémentaires
  • Opere di premunizione contro le valanghe: Handbuch technischer Lawinenschutz (SIA 3040, manuel disponible uniquement en allemand)

Link :

Stefan Margreth,  ing. civile dipl. PFZ, WSL Istituto per lo studio della neve e delle valanghe SLF ; membro della commissione SIA 261 e del gruppo di lavoro SIA 261/1, margreth(at)slf.ch

Dörte Aller, metereologa dipl., incaricata SIA in materia di pericoli naturali, doerte.aller(at)sia.ch