La SIA in materia di strategia energetica

Il primo pacchetto di misure messo a punto dal Consiglio federale in materia di strategia energetica ha subito suscitato critiche e speculazioni ancor prima di essere reso pubblico. Di seguito la SIA esprime una prima valutazione su alcuni dei provvedimenti adottati che interessano il settore edile.

Un anno dopo aver deciso di uscire gradualmente dal nucleare, il 18 aprile 2012 il Consiglio federale ha fissato un primo pacchetto di misure sulla strategia energetica 2050. Già prima della presentazione ufficiale, le associazioni ambientali ed economiche, i gruppi energetici e i partiti politici avevano criticato aspramente alcune delle misure pattuite, nella fattispecie la costruzione, da qui al 2020, di una nuova centrale a ciclo combinato alimentata a gas naturale. Ciò ha condotto a speculazioni mediatiche, incertezze e anche alla richiesta, rivolta alla SIA, di esprimersi in merito al pacchetto di misure fissato. Con la messa in consultazione del progetto di legge, prevista per la fine dell’estate 2012, la SIA prenderà al riguardo una posizione più dettagliata.

1. IL PACCHETTO DI MISURE IN BREVE
Il Consiglio federale ribadisce la presa di posizione portata avanti sin d'ora, secondo cui l'uscita dal nucleare è tecnicamente fattibile ed economicamente tollerabile. Per quanto concerne la nuova strategia energetica da qui al 2050, si segnalano due obiettivi importanti, vale a dire la riduzione del consumo energetico globale del 28 % (rispetto ai valori registrati nel 2000), nonché l’aumento (pari a 22,6 TWh) della quota di energie rinnovabili nell’ambito della produzione di corrente elettrica che oggi corrisponde al 54,8% (ca. 36,3 TWh). Si stima che entro il 2050 la svolta energetica comporterà spese supplementari per un totale di 30 miliardi di franchi.

– Focus e finanziamento

Il 1° pacchetto di misure dovrebbe entrare in vigore nel 2015 ed essere applicato fino al 2020. Esso si focalizza in particolare sull’efficienza energetica, innanzitutto per quanto concerne gli edifici, ambito al quale è attribuito il 46% del consumo energetico complessivo della Svizzera; e in secondo luogo sull'ampliamento dell’approvvigionamento mediante fonti energetiche rinnovabili. Per finanziare le misure previste occorrerà potenziare gli attuali strumenti d’incentivazione. In cifre, ciò significa portare i mezzi finanziari previsti per il Programma Edifici da 200 a 600 milioni di franchi l’anno, aumentare la tassa sul CO2 da 36 CHF/t a 60 CHF/t, nonché incrementare la rimunerazione per l’immissione di energia a copertura dei costi (RIC) per i grandi impianti (oltre 10 kW) dagli attuali 0.46 cts/kWh a 1.9 cts/kWh. Inoltre, in sostituzione all’incentivo versato finora nell’ambito della RIC si prevede d’ora in poi un finanziamento promozionale pari ad al massimo il 30% delle spese di investimento per la costruzione di piccoli impianti solari.

– Edifici e pianificazione territoriale

Nell’ambito della costruzione, tra le principali misure previste, vi sono l’aumento della quota di risanamento da un attuale tasso di solo lo 0,9%, potenziando il Programma Edifici, inasprendo le disposizioni sancite per le nuove costruzioni nell'ottica della casa a bilancio energetico positivo, (revisione dei modelli di prescrizioni energetiche dei Cantoni - MoPEC), mediante standard ancora da definire per quanto attiene le costruzioni esistenti, così come l’obbligo di un certificato energetico cantonale degli edifici (CECE plus) al fine di beneficiare delle misure di incentivazione per i risanamenti o i cambiamenti di proprietà. Per quanto riguarda il potenziamento delle energie rinnovabili, si chiede per la prima volta di definire i siti idonei sotto il profilo della pianificazione del territorio.

– Sicurezza dell’approvvigionamento e stabilità della rete

In base a una nuova stima effettuata dall’Ufficio federale dell’energia (UFE), il potenziale dell’energia idrica e degli impianti di cogenerazione forza-calore (CFC) funzionanti a gas è ritenuto insufficiente a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento e la stabilità della rete.
Per limitare il più possibile le importazioni di corrente elettrica, il Consiglio federale propone, per il periodo di transizione da qui al 2050, la costruzione di centrali a gas a ciclo combinato (CCC), la prima CCC dovrebbe essere pronta già entro il 2020. Il Consiglio federale non abbandona tuttavia il precedente obiettivo climatico, vertente sulla compensazione al 100% delle emissioni di CO2 (di cui la metà in Svizzera). Inoltre mira ad aderire al sistema di scambio delle quote di emissione dell'UE.

L’OPINIONE DELLA SIA
– Le attenzioni rivolte all’aumento dell’efficienza, all’ammodernamento e al potenziamento delle energie rinnovabili corrispondono al modello energetico promosso dalla SIA e al contenuto dei fogli informativi «Gebäudeerneueurung» (rinnovo degli edifici) e «Betriebsoptmierung» (ottimizzazione dell’esercizio).

– Le partecipazioni uniche ai costi di investimento per gli impianti fotovoltaici, in sostituzione alla RIC, sono una scelta utile e sensata, a condizione tuttavia che posseggano un elevato grado di copertura, poiché apportano un contributo determinante alla stabilità della rete. In altre parole: sì dunque agli impianti con un sistema di stoccaggio locale invece di una re-immissione in rete al 100% in caso di sovrapproduzione. Lo stesso principio vale anche per gli impianti con una performance superiore ai 10 kW. In caso di impianti vertenti meramente sulla produzione, con una performance di oltre 10 kW, appare sensato aumentare la tassa per il finanziamento della RIC.

– Una misura altrettanto accorta è la decisione di aumentare la quota dei risanamenti, incrementando i fondi di incentivazione in seno al Programma Edifici e abbinando all'incentivazione un certificato energetico, anche in caso di cambiamento di proprietà. Idealmente i dati andrebbero registrati in un sistema «SIG Energia» ancora da creare a livello nazionale (una prima seduta con i rappresentanti dell’UST, dell’UFE, dell’ARE e della SIA si è tenuta a Berna il 25 aprile 2012). Soltanto in questo modo è possibile garantire un monitoraggio efficace anche dopo il 2020. Lo standard degli edifici esistenti dovrebbe corrispondere agli obiettivi del Percorso efficienza energetica SIA. 

– La casa a bilancio energetico positivo (Plusenergiehaus) quale standard per le nuove costruzioni è un’idea sensata solo se considerata in abbinamento a un elevato grado di copertura. Altrimenti vanno assunti i valori target fissati nel Percorso efficienza energetica SIA.

– L’idea di definire chiaramente le zone destinate allo sviluppo di energie rinnovabili appare intelligente, nell'ottica di una pianificazione del territorio sicura, e dovrebbe pertanto essere registrata in un programma nazionale «SIG Energia».

– Per superare prevedibili deficit di approvvigionamento, la scelta delle CCC è ragionevole (con l'obbligo tuttavia di compensare le emissioni di CO2) e migliore rispetto all’alternativa di importare corrente elettrica prodotta da centrali meno efficienti o da CFC decentralizzati a combustibili fossili. Gli sforzi profusi devono tuttavia focalizzarsi su un principio chiaro: occorre sì soddisfare le esigenze, ma senza sperperi. Resta ancora da vedere se a livello economico le condizioni quadro potranno essere strutturate in modo sufficientemente attrattivo per i gestori delle centrali elettriche e ciò dipenderà, non da ultimo, dall’andamento dei prezzi del gas.
Per concludere, si può constatare che misure come il MoPEC, l'aumento della quota di risanamenti, l’obbligo del certificato energetico o la delimitazione territoriale delle regioni per le energie rinnovabili richiedono basi specifiche nonché informazione e formazione. In tale contesto la SIA può e deve cooperare e offrire il proprio appoggio.

Adrian Altenburger, Presidente della Commissione SIA per l’energia